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Un passo avanti per ammodernare la previdenza dei farmacisti

Roma, 16 aprile 2019. E’ un fatto positivo che il Ministero del Lavoro e il MEF abbiano approvato la modifica dello Statuto dell’ENPAF che permette il versamento di una quota ridotta di un terzo o del 50% ai farmacisti che percepiscono il trattamento pensionistico ma continuano a esercitare la professione non essendo iscritti a un altro ente previdenziale. “Si tratta di una misura, deliberata dal Consiglio nazionale dell’ENPAF sul finire dell’anno scorso, che risponde alle necessità di una parte rilevante della professione: non solo i titolari, ma anche i collaboratori di impresa familiare e chi opera come lavoratore autonomo” dice il segretario della FOFI, e delegato federale in seno al CdA dell’ENPAF “per i quali la contribuzione in misura intera risultava spesso particolarmente onerosa. Situazioni di difficoltà sulle quali ora si interviene efficacemente”. “La modifica statutaria stabilita dal Consiglio Nazionale dell’Enpaf risponde a elementari principi di buon senso e di rispetto verso una estesa platea di farmacisti italiani che oggi, dopo il provvidenziale e atteso disco verde dei Ministeri competenti, potranno godere di un giusto beneficio economico. Si tratta di un ulteriore passo in avanti verso l’ammodernamento del quadro normativo di riferimento della previdenza che va proseguito con collegialità e buon senso” dichiara Luigi d’Ambrosio Lettieri, vicepresidente della FOFI. E’ dunque un passo importante, previsto dall'articolo 18 della Legge 111/2011 “che va nella direzione, da sempre sostenuta dalla FOFI, di fare quanto possibile per adattare a una situazione economica radicalmente mutata anche gli istituti previdenziali della nostra professione” commenta il presidente della Federazione Andrea Mandelli. “E’ giusto, visto l’equilibrio economico dell’ENPAF, sfruttare tutte le opzioni possibili per rispondere alle mutate necessità degli iscritti, come è stato fatto in questa occasione”.

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